Sin dalla sua prima edizione nel 1948, la Rassegna del 2 giugno ha accompagnato e interpretato quei valori di libertà, democrazia e convivenza pacifica, così faticosamente conquistati, un segnale di fiducia nel futuro e nella volontà di rinascita che tornava a permeare tutta la Nazione.
In quel 2 giugno, le Forze Armate divennero strumento di quel sentimento, con una dimensione tangibile – uno schieramento interforze di fronte all’Altare della Patria – ed una spirituale -l’adempimento dei propri compiti istituzionali, della salvaguardia dei valori di libertà, democrazia, convivenza pacifica e con la dimostrazione del proprio senso del dovere e dell’impegno solidale.
Era l’attestazione di una Nazione e di un Popolo che tornavano pubblicamente a riconoscersi ed a stringersi attorno ai simboli della propria identità: il Tricolore, l’Inno, le Istituzioni repubblicane con in testa il Capo dello Stato.
Nella Rassegna del 2 giugno 1948, l’allora Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, nel ricevere il saluto delle Bandiere dei Reparti schierati, assumeva simbolicamente il comando delle Forze Armate così come stabilito dall’articolo 87 della nuova Carta Costituzionale.
E in virtù dello stesso articolo, il Capo dello Stato rappresenta l’unità della Nazione. Nell’apparente formalismo di quell’atto si ristabiliva, in tutta la sua forza, non solo il legame tra gli Italiani ed i cittadini in uniforme ma, più in generale, si dava un nuovo e forte impulso alla coesione del Paese intero.
Nei volti degli uomini e delle donne che sfilano nella Rassegna, ciascun italiano – di ogni età, estrazione culturale e provenienza geografica – può vedere idealmente genitori, figli, fratelli ed amici.
Le vicende della parata militare sono, del resto, lo specchio fedele dei mutamenti che hanno interessato il nostro Paese in oltre mezzo secolo.
La prima, come detto, risale al 1948 e venne organizzata per celebrare il secondo anniversario della Repubblica. Per l’occasione in Piazza Venezia, davanti all’Altare della Patria, vennero schierati in forma statica nove reggimenti dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, dei Carabinieri insieme con i bersaglieri del 3° reggimento, alle artiglierie, ai carri armati, ai militari a cavallo.
Nel 1949, anno dell’ingresso dell’Italia nella NATO, se ne svolsero 10 contemporaneamente in altrettante città, tra cui Pordenone, Latina e L’Aquila.
Nel 1950, invece, per la prima volta la parata fu inserita nel protocollo delle celebrazioni per la Festa della Repubblica e, nel 1961, centenario dell’Unità, si svolse anche a Torino e Firenze, prime Capitali dell’Italia unita.
La morte di Papa Giovanni XXIII, il 3 giugno 1963, impose di posticipare le celebrazioni al 4 novembre.
Nel 1965, per celebrare il Cinquantenario dell’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, sfilò anche un Gruppo Bandiere composto dai vessilli delle Unità disciolte che avevano preso parte alla Grande Guerra. Custodite nel Sacrario del Vittoriano, tali Bandiere vennero poste al comando del Colonnello Alberto Li Gobbi, Medaglia d’Oro al Valor Militare della Seconda Guerra Mondiale, recentemente scomparso.
In occasione del trentennale della fine della secondo conflitto mondiale, nel 1975, nella struttura della parata furono introdotti alcuni Gruppi Bandiera delle formazioni, regolari e non, che avevano partecipato alla Guerra di Liberazione, insieme con i Gonfaloni delle città decorate di Medaglia d’Oro al Valor Militare, poi stabilmente inseriti nelle sfilate del 1983-89.
L’anno successivo, a causa del terremoto in Friuli, la parata fu sospesa e sostituita da una deposizione di corona al Milite Ignoto, mentre nel 1977 si optò per la cerimonia in Piazza Venezia, con una Brigata costituita da 43 compagnie in rappresentanza di tutte le Forze ed i Corpi armati e non dello Stato. Sempre nel 1977 a Milano, il 19 giugno, si svolse una parata di dimensioni ridotte in occasione del raduno nazionale dei carristi.
Motivi di austerity suggerirono la sospensione della manifestazione dal 1978 al 1982. Solo nel 1983 la sfilata fu ripristinata, sull’itinerario Aventino – Porta S. Paolo, nella prima domenica di giugno.
Nel 1989 la parata fu sostituita da una mostra storico – rievocativa in Piazza di Siena e nel 1990 e 91 tornò in Piazza Venezia.
Dal 2016 ad aprire la sfilata sono 400 Sindaci in rappresentanza di 8.000 Comuni italiani.
Dopo due anni di sospensione a causa delle misure adottate per il contenimento della pandemia, la tradizionale sfilata su via dei Fori Imperiali torna a caratterizzare le celebrazioni del 2 giugno.